IBC16, categoria 22: un libro con la copertina blu

Fare i libri. Dieci anni di grafica in casa editrice, a cura di Riccardo Falcinelli, pubblicato da minimum fax nel 2015.
(Italian Book Challenge, categoria 22: un libro con la copertina blu – solo perché non c’è la categoria “libri necessari”. Acquistato presso Libri e Bar Pallotta)

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Ho trovato questo libro girovagando per la sala di Libri e Bar Pallotta, in attesa di un pranzo+birretta con i miei librai preferiti. Non so come ho fatto a perderlo quando è uscito perché non è solo un libro stupendo, ma necessario. E non solo per appassionati di lettura, e del libro in quanto oggetto da possedere, toccare, odorare.

Ogni pagina è un’opera d’arte da guardare, leggere, studiare.

In questo libro ci sono – fotografati, illustrati, raccontati – dieci anni di storia, attività, vita e scelte di una delle case editrici che adoro: minimum fax. Entrare attraverso questo libro nella loro redazione, assistere (a posteriori) alle riunioni fra editor, grafici, redattori, è un regalo che la casa editrice ha fatto a noi lettori più che a se stessa, per celebrare l’occasione importante.

Una grande lezione di generosità svelare segreti, retroscena, scelte commerciali, strategie di marketing che partono da una copertina ben studiata, un interno curatissimo e progettato millimetro per millimetro, un’immagine coordinata che fa di minimum fax, ancora oggi, una delle case editrici, se non La casa editrice, più riconoscibili in Italia (forse al mondo; non a caso si ispira, per alcune collane, a Penguin books).

Conoscere anche aneddoti legati ad alcune scelte, soprattutto se si riferiscono a una collana stupenda (sia come veste grafica che come titoli), come minimum classics è divertente e curioso. Sapevate per esempio che l’effetto “libro sporco e rovinato”, da biblioteca, che oggi si intuisce nelle copertine della serie, inizialmente era molto più esagerato e tanti librai rimandarono indietro le copie come “fallate”? Questo dà anche l’idea di una casa editrice in continua sperimentazione, che guarda non solo all’aspetto commerciale di una pubblicazione, ma al piacere vero di concepirla, progettarla, studiarla e… vestirla a festa.

Certo, con un genio assoluto quale è Riccardo Falcinelli e una squadra fra le migliori l’impresa è facile. E riempire le nostre librerie di loro titoli è un gioco ancora più facile!

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una parte della minimum collection di “casa frailibri”

La lucidità del distacco nel romanzo di Marco Peano

Marco Peano, L’invenzione della madre, minimum fax *Nichel* (2015), 252 pagine, 14 euro

invenzione_della_madreQuando si vive con un malato terminale, l’attenzione, fisica e psicologica, si concentra su di lui (o lei, come in questo caso) e tutto il resto, anche i pensieri, passano in secondo piano, diventano accessori, incisi della propria vita. Parentesi. L’autore rende molto bene, dal punto di vista stilistico e concettuale, questa situazione: chiude tra parentesi lunghi periodi, lunghi incisi nella storia principale, come se il protagonista volesse prendersi una pausa dal dolore. Anche i ricordi, come a volerli preservare dal deteriorarsi, sono racchiusi fra parentesi, custoditi in uno spazio intimo, a cui solo il lettore ha accesso, in punta di piedi.

Niente sembra avere più importanza e la vita che scorre attorno al protagonista, Mattia (l’unico di cui conosciamo il nome) sembra come in background rispetto all’altra vita scandita da analisi, pillole, ospedali, segnali. Di nessuno, nemmeno della madre, così importante nella storia, è dato conoscere il nome. Questa assenza ha un effetto ancora più forte rispetto al fatto che nella malattia, a volte, non si è più persone ma si diventa personaggi, attaccati al filo che prima o poi verrà reciso e che al centro rimane, più che il malato, chi è in attesa. Gli altri sono solo presenze accessorie, da mettere in secondo piano per riprenderle dopo. Continua a leggere

I Nichel di minimum fax non deludono mai: Paolo Cognetti

Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero, minimum fax *Nichel* (2012), 208 pagine, 14 euro

sofiavesteMi colpisce sempre quando in un romanzo, oltre alla trama e allo stile, sia ben percepibile il progetto che governa tutta la struttura. Scrivere è un mestiere e lo scrittore, come un ingegnere che progetti una casa, dalle fondamenta ai materiali da utilizzare, alle finiture e i dettagli, deve (o dovrebbe) avere un progetto preciso e costruire la sua storia, che diventerà per un po’ la casa del lettore.

Ho trovato in questo romanzo di Paolo Cognetti un rispetto per il lettore che mi ha colpito moltissimo. Nulla è lasciato al caso, all’“ispirazione libera” di cui si fregiano tanti scrittori. Tutto è costruito per dare una casa accogliente, confortevole, emozionante al lettore.
Le fondamenta sono i personaggi, alcuni dei quali portanti e fortissimi, che reggono appunto l’intera struttura: Sofia, la protagonista, è senza dubbio la persona al centro della narrazione ed è molto interessante il fatto che non sia solo lei, in prima persona, a raccontarsi, ma che sia al centro della narrazione di altre persone, altri personaggi, del narratore e di se stessa.

Il progetto si sviluppa in una catena di racconti, gestiti come una serie di piani a sé stanti che insieme formano una struttura solida, interessante, coinvolgente. Ogni piano è un racconto, un piccolo pezzo del percorso che Sofia compie, dalla sua infanzia in una casa con genitori che litigano in continuazione, all’adolescenza e l’età adulta, lontano da quella casa scura e triste.
In ogni racconto c’è un pezzetto di Sofia, e c’è anche un pezzo dell’Italia degli anni Settanta, quella degli scioperi in fabbrica e delle famiglie borghesi che mantengono una patina di perfezione ma se vai a sfregare nascondono dissapori, amanti, tristezza e solitudine.
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I social portano consiglio (non leggere è impossibile)

libreriaNon leggere, non avere voglia di aprire un libro e scoprire, assaporare, assorbire le storie che ti può raccontare, oggi è proprio impossibile. Fra Facebook, Twitter, festival letterari e qualche programma tv fatto in maniera intelligente, arguta e finalmente accattivante, è proprio impossibile.

Iniziamo dai social network e quindi da Facebook e dalla pagina della casa editrice Marcos y Marcos. Non si può non notare una bella (e tenera, ammettiamolo) copertina, illustrata dallo storico e mitico Lorenzo Lanzi che fa da contraltare perfetto a un titolo che solo a leggerlo ti commuove: A chi vuoi bene di Lisa Gardner. Qui la scheda da leggere e il primo capitolo, il prologo e l’incipit da ascoltare. Vi convinceranno! Continua a leggere

Bookshow: i libri danno spettacolo

bookshow_siglaBasta parlare di libri; basta con i critici che ti chiedi sempre se il libro l’abbiano letto o no; basta con quelli che “O Eco o morte!” e con il libraio che se non chiedi il romanzo di quell’autore russo che solo lui e la madre hanno letto ti guarda come se avessi pestato una cacca di cane e non ti fossi pulito le scarpe prima di entrare nel suo tempio.
I libri non sono fatti solo per essere letti, sezionati, interpretati; sono scritti, impaginati, curati affinché tu li incontri. Ed è proprio di incontri che parla il nuovo (in tutti i sensi) programma che va in onda la domenica (e in replica durante la settimana) su SkyArte HD.

C’è una cosa che tutti noi lettori speriamo, auspichiamo, ci auguriamo: incontrare persone (che siano librai, editori, attori, colleghi, vicini di casa) con cui condividere la nostra passione e parlare dei libri che leggiamo, che incontriamo, in modo semplice, naturale, leggero.
Bookshow è un contenitore di incontri. Nel percorso di mezz’ora che Daniele Di Gennaro (l’uomo degli eventi) e il suo staff di minimum fax media ci indicano siamo guidati da un attore che nella sua città parla del libro che lo ha folgorato. E degli altri libri che, come ogni lettore, tiene sul comodino o in un cassetto del suo cuore. Non sono semplici consigli di lettura. È un raccontare, per emozioni, ricordi della trama esposta in modo essenziale, semplice e accattivante, un incontro con un libro (alcuni libri) speciale. Continua a leggere