Doris Lessing – L’erba canta

La Tartaruga edizioni (2005), 237 pagine, 14,60 euro

lessing_erba.jpgL’erba canta, ovvero, la ragione di un premio Nobel.
Doris Lessing ha vinto il premio Nobel per la letteratura qualche mese fa e io sono andata in libreria a cercare di conoscerla meglio, scoprirla, leggerla e capire la ragione di questo premio.
Ho scelto il primo libro, che Doris Lessing ambienta nella sua terra di adozione, il Sud Africa, dove si trasferisce, ancora bambina, dall’Iran e che lascerà, nel 1949, per Londra.
È il Sud Africa degli anni Quaranta, dove i bianchi sono coloni, possiedono fattorie e hanno “indigeni” al loro servizio. Una terra dove le convenzioni sociali fanno sì che una ragazza giovane, spensierata e modaiola venga criticata perché non ha ancora un marito. E dove un giovane proprietario terriero con ambizioni diverse dal piantare il tabacco dalle rendite sicure viene giudicato un fannullone e troppo sognatore per meritare lauti guadagni e fortuna.
“L’erba canta” è la storia di Mary, ragazza di città che sceglie il matrimonio per non sentirsi “diversa”, per non sottomettersi alle critiche di chi pensa che non ne sia all’altezza, e di Dick, che sogna di fare affari con le api, aprire un emporio, fare fortuna senza ricorrere ai mezzi “da bianco proprietario terriero”.
Dick e Mary possiedono acri di veld (terreno verde e ondulato, tipico del Sud Africa), hanno al loro servizio boy che vanno e vengono secondo i capricci — e i maltrattamenti — che devono subire da Mary e vivono in una casa di fortuna a cui manca perfino il tetto.
Proprio quando sembra che nella assurda vicenda si sia stabilito un certo equilibrio, sia per rassegnazione che per istinto di sopravvivenza, tutto crolla, si spezza, come i nervi di Mary che cedono fino a strapparla a se stessa. Due figure saranno decisive nella risoluzione tragica della storia: Moses, l’ultimo boy di Mary e Dick, rappresentazione terrena dell’istinto, della forza, della carnalità e il vicino curioso e “giudicante”, Charles Slatter.
Entrambi sono gli ingranaggi, che incastrandosi fra Mary e Dick saranno fra i principali responsabili del chiaro e allo stesso tempo misterioso finale del romanzo. Romanzo che, per lo sviluppo della trama, la maestria nella caratterizzazione dei personaggi, la “normalità” di una storia vissuta in un luogo tangibile, visibile, di cui si sente l’odore forte, il rumore, l’afa asfissiante fa già presagire, con più di 50 anni di anticipo, un premio più che meritato all’autrice.

3 pensieri su “Doris Lessing – L’erba canta

    • francesca g ha detto:

      a quanto ne so (l’avevo cercato quando stavo leggendo il libro) il titolo originale The Grass is Singing è una citazione da Waste Land di TS Eliot… a me faceva pensare all’ambientazione del romanzo, con i campi silenziosi dove magari potevi sentire l’erba cantare smossa dal vento. I campi dove lui cercava di concretizzare le sue idee, i campi dove si sente solo il rumore dell’erba, segno questo di solitudine.

  1. Roberto ha detto:

    Sì, in effetti il titolo “L’erba canta” viene ripreso dalla quinta parte dell’opera “The Waste Land” di Thomas Stearn Eliot, intitolata “What the thunder said”, letteralmente “cosa disse il tuono”. Ciò è una metafora dello scricchiolio dell’erba secca del paesaggio africano, che muovendosi al vento produce un suono, come se cantasse.

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