Le 12 domande… a Monica Mazzitelli

Gli scrittori; c’è chi li immagina – e li descrive  – chini sulla macchina da scrivere, con un bicchiere di whisky, il posacenere pieno di cicche e musica jazz in sottofondo; ci sono autori come Malamud che raccontano la disciplina di chi si sveglia al mattino e “deve scrivere” per ore o di chi batte sui tasti con forza e istinto, sudando sulla macchina da scrivere, fino a impregnarne lo stesso manoscritto; e c’è chi trae ispirazione in un momento particolare e scrive dove capita e con mezzi a volte improbabili.
In questa “sezione” Le 10 domande sbirciamo nello studio, terrazza, panchina o altro luogo dove gli scrittori… scrivono!

Inauguriamo lo spazio con una scrittrice e per me una “sorella”.

Un poliedro, una di quelle figure geometriche che studi a scuola e che pensi non ti serviranno più; ti torna in mente quando incontri lei, Monica Mazzitelli, che scrive racconti, legge romanzi, scopre talenti, produce booktrailer, scrive per il teatro, si batte per ideali sociali e politici che a doverli scandagliare ci vorrebbero cento interviste.
In questa chiacchierata ci concentriamo sulla “Mazzi” scrittrice.

1. Tu? Che tipo di scrittore sei?
Metodico! Dato che ho un lavoro molto impegnativo finito il quale non ho energie creative da spendere, nei momenti di scrittura serrata oltre ai fine settimana mi alzo presto la mattina e prima di andare a lavoro scrivo un paio d’ore.

2. Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
Sì, nel mio studio, sul mio pc.. nel mio guscio.

3. Hai rituali “propiziatori” che segui?
No… ma ho bisogno di staccare mentalmente molto spesso, quindi mi è più facile lavorare se ho facebook acceso e la posta che si scarica, per quanto strano sembri.

4. Stili una scaletta prima di scrivere un romanzo o un racconto o vai dove ti porta la storia?
Fino ad ora ho completato due romanzi, per entrambi avevo già la storia, e si è trattato solo di scegliere cosa narrare e cosa omettere. Il romanzo che sto scrivendo ora invece è nato da un’ispirazione veloce, che mi sta portando dove vuole lei. Ho solo qualche vaga idea di quello che finiranno per fare i personaggi, e la curiosità divertentissima di vedere cosa si inventano quando apro il file e comincio a scrivere. È molto buffo scrivere così.

5. Fai un altro lavoro oltre a scrivere? E ti piace?
Tra i lavori possibili, è un ottimo lavoro, però non mi interessa.

6. Che ne pensi di tutti gli aspiranti scrittori che:
– Dicono di leggere poco “per non farsi influenzare” o perché il poco tempo libero che hanno lo impiegano per scrivere
– Pagano per vedere i propri libri pubblicati da una casa editrice

7. C’è un consiglio che vorresti dare?
Penso che leggere e scrivere siano due cose diverse, e quindi capisco che si possa scrivere senza leggere. Forse però sarebbe meglio farlo, anche per acquisire umiltà. Comprendo bene il desiderio molto umano di vedere il proprio libro “pubblicato”, ma pubblicare con editori a pagamento è una solenne sciocchezza. Molto meglio trovare un onesto stampatore e regalare il proprio romanzo agli amici.

8. Come e quando ti sei accorta di essere una scrittrice?
Mia nonna ricopiava i miei temini su un quaderno molto elegante e li faceva leggere, ma siccome mi veniva facile non pensavo fosse qualcosa con un grande valore. Crescendo ho pensato che a 42 anni avrei pubblicato il mio primo romanzo, e più o meno è stato così, alla fine.

9. Raccontaci l’emozione del tuo primo libro (o racconto o storia) pubblicato.
Beh ho scritto un paio di storie di “vita vera” per una rivista per ragazzine, a 17 anni, per i quali venivo pagata 80.000 lire (roba che adesso 40 euro non te li dà nessuno, e parliamo del 1982!), e poco dopo ho cominciato a collaborare con un giornale, ma non mi pareva che fosse “scrittura”, visto che era così facile, quindi è stato un piacere ma non in senso letterario. Il primo vero momento è stato pubblicare su web il primo racconto scritto “da grande”, che uscì su Blackmail Mag. È stata una cosa bellissima, come avere un pallone aerostatico sotto il cuore per qualche giorno.

10. Il romanzo o racconto che hai scritto a cui ti senti più legata?
Aiuto! Non lo so!!! Forse “Una lunga storia quasi d’amore” come racconto, come romanzi, non posso risponderti ;o)

11. Consigliaci un libro non tuo.
“L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza.

12. Prossimamente…
Sto scrivendo un racconto lungo ambientato negli Stati Uniti.. un’idea che mi è venuta mentre ero lì, ascoltando una storia, e che ho iniziato a scrivere in inglese.. poi l’ho tradotta in italiano e continuo a scriverla, anche se forse non mi porterà da nessuna parte.. vedremo! La cosa bella sarebbe trovare un editore per il mio romanzo precedente, la storia di una brigantessa post-unitaria, una figura bellissima sulal quale ho scritto un western storico. Speriamo bene! Grazie Francesca, intanto, la tua sensibilità è molto bella.

Grazie a Monica Mazzitelli, che in questo momento sta qui e anche qui

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